Dissolvere il conflitto - Dott.ssa Concetta Pedron


  
di Dott.ssa Concetta Pedron, Psicologa e Psicoterapeuta


Cosa si aspettano da noi la società, la famiglia, gli affetti? 
La distinzione tra bene e male, che da bambini ci viene trasmessa come competenza di vita, segna il nostro successo nelle relazioni, nel lavoro, ci integra negli ambienti e nei contesti sociali di appartenenza.
Giardino delle delizie -  Hieronymus Bosch
E quanto ha a che fare il “fuori” col “dentro”? 
Il bene e il male sono così distinti e distinguibili? E aspettative, limiti esterni, in che misura sono anche interni?
Quando la non integrazione tra aspetti inconciliabili di noi stessi ci fa sentire come pezzi di un puzzle che non combaciano, il conflitto è insanabile e dilania atrocemente.
Posso essere un bravo studente/lavoratore se di tanto in tanto rimando a domani e mi perdo nell'ozio? 
Posso essere una persona amabile anche se ho tradito il mio partner? 
Posso essere un buon genitore ed essere avaro nei confronti dei miei figli o invidiare la loro felicità, giovinezza, possibilità di crescere seguendo scelte di vita diverse dalle mie? Posso esprimere la mia ira senza sentirmi distruttivo e colpevole? E godere di un appagamento del gusto senza sentirmi disgustoso? 
Posso scoprire che non c’è alcun fallimento in un progetto non riuscito ed accettarmi se commetto gli stessi errori per i quali accuso gli altri?
La risposta è si. Si 7 volte. 
Vizi, difetti, errori, conflitti fanno parte di noi stessi. 
Passare dal tutto/nulla all'accettazione della varietà infinita di possibilità diverse e discordanti rappresenta il passaggio dall' “o/o” all' “e”. 
“Bene o male” diventa “bene e male”.
Le scissioni si integrano e il conflitto non si risolve ma si dissolve.
Facile? 
No. Ma sempre possibile.

Dott.ssa Concetta Pedron, Psicologa e Psicoterapeuta

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