Transfert e controtransfert nella psicoterapia con l’adolescente


La richiesta d’aiuto dell’adolescente, oltre che volta alla risoluzione di aspetti sintomatici, si configura quasi sempre come il bisogno di essere accompagnato nel suo processo di individuazione.

Significa che la domanda principale che lui/lei ci rivolge è “Chi sono io?” oltre a “Qual è il senso di ciò che mi accade?”.

E la paura stessa della risposta a queste domande lo porta a plasmare il rapporto con l’adulto che vuole capirlo attorno alla domanda “Chi è questo adulto e cosa vuole da me?”, attribuendogli specularmente e proiettivamente il suo vissuto angoscioso. (Aliprandi et al. 2010)


Ecco perché molto del lavoro del terapeuta con l’adolescente si basa sul transfert e sul controtransfert.

I vissuti, le angosce, gli aspetti relazionali che l’adolescente proietta sul terapeuta sono preziosi perché rappresentano uno spaccato di sé e delle sue relazioni esterne, che si possono comprendere attraverso la lettura di ciò che avviene nella relazione terapeutica stessa e allo stesso tempo i vissuti che l’adolescente provoca nel terapeuta e i sentimenti che questo può essere portato a provare nei suoi confronti, come rabbia, indisposizione, sensazione di essere sfidato, o al contrario tenerezza, tentazione di prendersene cura, di aiutarlo, di salvarlo, è altrettanto importante che siano analizzati ed elaborati come utile risorsa ai fini del lavoro, per evitare che costituiscano un pericoloso ostacolo.


L’adolescente, infatti, è molto più sensibile a ciò che “sente” nel rapporto con l’adulto, piuttosto che a capirlo attraverso le parole, perché non è ancora del tutto in grado di dominare il linguaggio e la comunicazione a fini relazionali. Ciò che avviene nella relazione terapeutica è molto più “di pancia”.

E se ad esempio l’adolescente avverte di “avere bisogno” del terapeuta perché da solo non è in grado, può sentirsi debole, svalutato e alla mercé dell’altro e questo può portarlo a chiudersi invece che ad aprirsi. (Aliprandi et al. 2010)

Allo stesso modo può essere utile per il terapeuta interrogarsi su aspetti di controtransfert suscitati in lui dai genitori, dagli insegnanti, da chi ha inviato il ragazzo o la ragazza per la psicoterapia ecc. Sono rapporti delicati che chiamano in causa innumerevoli variabili di cui tenere conto nel lavoro che si va ad affrontare.


Alcuni degli strumenti importanti che il terapeuta deve adottare nella psicoterapia con l’adolescente possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

  • la funzione “specchio”: ricostruire insieme a lui/lei l’immagine che ha di sé e poi restituirgliela;

  • l’analisi del transfert e del controtransfert: essere disposto a contenere dentro di sé più posizioni identificatorie che l’adolescente proietta su di lui (il genitore, l’insegnante, l’amico, il salvatore, il persecutore ecc), “reggendo” agli urti emotivi, elaborando le emozioni suscitate e restituendo all’adolescente il significato delle emozioni  che l’adolescente porta di volta in volta nei confronti dei personaggi che proietta sul terapeuta;

  • la funzione di Io ausiliario, ovvero il lavoro sul piano di realtà: aiutarlo a prevedere le conseguenze delle sue azioni e gli obiettivi che può raggiungere con la sua condotta o con condotte alternative, ma stando attento a non essere giudicante e a non diventare un educatore che gli dice cosa deve o non deve fare, altrimenti l’adolescente entrerà in sfida;

  • le tecniche di:

  • chiarificazione, allo scopo di aiutarlo nella costruzione di senso, ad acquisire consapevolezza delle proprie emozioni e capacità di pensare e comunicare le proprie esperienze affettive; 

  • confrontazione, allo scopo di aiutarlo nella  presa di coscienza di contraddizioni nel pensiero e nelle proprie rappresentazioni interne al fine di renderle più adattive;

  • intrepretazione, allo scopo di svelare significati inconsci di comportamenti, emozioni e anche degli aspetti del transfert, ma stando attenti alle tempistiche giuste. L’interpretazione, infatti, non deve essere calata dall’alto improvvisamente o potrà generare ansia e resistenza. (Normandin, Kernberg et al. 2022)


A volte il terapeuta deve avere molta pazienza e aspettare che l’adolescente sia pronto a compiere degli spostamenti importanti.

Può capitare ad esempio che un adolescente che ha rapporti ostili con i docenti a scuola ci metta del tempo ad acquisire la consapevolezza che quei professori per lui rappresentano i suoi genitori che non può attaccare, perché ad esempio può essere molto spaventosa per lui l’idea di arrabbiarsi con i suoi genitori per paura di perdere o di distruggere il rapporto con loro.

Può succedere allora che l’adolescente, nel transfert, si arrabbi col terapeuta e il ruolo del terapeuta, a differenza di quello degli insegnanti o dei genitori che lo educano e quindi necessariamente dovranno anche reagire punendolo, è quello invece di reggere a questi attacchi, di non punirlo e non giudicarlo per le sue esplosioni di rabbia, né di consolarlo o arrabbiarsi con lui a sua volta, rischiando di reagire emotivamente agendo il controtransfert, ma di usare tutto questo per elaborare con lui quella rabbia e aiutarlo a capire da dove proviene, con chi è veramente arrabbiato e perché, capire perché ha paura di dirigere quella rabbia verso le persone che ama e così via.


L’ambiente in cui si svolge la terapia con l’adolescente deve essere un ambiente di contenimento, di neutralità ma allo stesso tempo di partecipazione e interesse e deve saper creare un dialogo nell’adolescente tra sé e sé, tra il suo “qui ed ora” e le sue esperienze passate, riuscendo alla fine a rispondere a quella domanda “Chi sono io?” con una risposta sicura e non più angosciosa.



Dott.ssa Concetta Pedron

Psicologa Psicoterapeuta Psicodinamica

Specialista in Psicoterapia dell’Adolescenza e dell’Età Giovanile



Bibliografia


Aliprandi M., Pelanda E., Senise T. (2010), Psicoterapia breve di individuazione. La metodologia di Tommaso Senise nella consultazione con l’adolescente. Feltrinelli Editore.


Normandin L., Ensink K., Kernberg O. (2022), Adolescenti con gravi disturbi di personalità. La psicoterapia focalizzata sul transfert. Raffaello Cortina Editore.


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